L’idea di “Parole per sé” si è fatta spazio nelle mie notti insonni, alla ricerca di risposte che forse non verranno mai e rischiano di perdersi nell’obsolescenza dei modi di intendere la vita, in quel retrogusto di stantio che non è apprezzabile nel vino ma dovrebbe farci quantomeno riflettere sulla faticaccia quotidiana nello stare al mondo, e nel tentativo di mettere su, uno ad uno, i mattoni della nostra esistenza.
Scrivere per parlarsi, per instaurare un dialogo con sé, implica guardarsi indietro, cercare la radice dei propri pensieri e dei propri atteggiamenti. Partire da sé, dalla conoscenza del proprio io, senza piedistalli su cui appoggiarlo, ma semplicemente un letto comodo e un guanciale in cui affondare, con la serenità della notte che ci avvolge col suo buio e non ci lascia vedere oltre quello che c’è in noi, senza consensi e dissensi che vengano dall’esterno, senza altra letteratura da cui attingere copiaincolla di emozioni.

Parole per sé è un invito a scrivere un pezzo della propria vita e a condividerlo insieme, qui. Un ricordo, un momento, un incontro che hanno fatto riflettere e indotto un cambiamento, una consapevolezza. Vita comune che si fa racconto e si percepisce nella sua unica dimensione di tempo presente.

Parole per sé non ha la pretesa di essere un concorso letterario perché non ci sono premi da vincere, non ci sono scrittori e critici che esprimeranno pareri e commenti, non ci sono promesse di patinatura. C’è – e non è poco – l’auspicio di un viaggio attraverso la conoscenza di sé, con la certezza che le parole per sé non sono mai parole perse.

Buon viaggio.

UNA BREVE STORIA D'AMORE

In un tempo molto molto lontano, quando la Zenzy non aveva ancora superato la frontiera degli anta, la Zenzy andò in vacanza nel modenese con la sua amica del cuore, il ragazzo della sua amica del cuore, una gatta e tre micini.
L’amica della Zenzy e il ragazzo dell’amica della Zenzy erano andati in avanscoperta per trovare un posto in vacanza, mentre la Zenzy era rimasta a Milano e si era fatta affidare la gatta con i 3 micini a scopi cuccatori. La Zenzy era infatti persa dietro ad un tipo che adorava letteralmente i gatti e avrebbe fatto carte false per portarselo a letto ogni volta che poteva.
La Zenzy era riuscita ad attirare nella sua tana il malcapitato, lo aveva visto sciogliersi davanti ai micini, era riuscita pure a ballare sotto il ventilatore (estate caldissima) "In the flesh"… ma il malcapitato aveva già dato, e non aveva intenzione di ripetere. Uno dei migliori amici della Zenzy, conosciuto il tipo, non riusciva a capacitarsi di come la Zenzy potesse avere perso la testa per un tipo simile, e aveva caldeggiato la sua partenza da Milano.
Allora, la Zenzy prende una grande cesta di vimini, ci infila gatta e prole, infila la cesta nella mitica uno e parte per un cucuzzulo delle montagne modenesi. Durante tutto il viaggio, i mici hanno ovviamente miagolato come dannati. La Zenzy ricorda uno sguardo di simpatia da parte di un poliziotto di pattuglia ad un distributore, e comincia a ponderare sulle potenzialità cuccatorie del possedere dei mici. Arrivata al paesino, l’amica della Zenzy l’accoglie con "Ho selezionato i due più bei ragazzi del paese, adesso te li presento".
L’amica parte con la presentazione del primo: il figlio della trattoria/albergo del paese. La Zenzy si accorge immediatamente che il tipo a mala pena si accorge di lei, e in effetti l’amica ammette che il tipo era così distratto da non accorgersi nemmeno di avere la patta aperta (particolare che alla Zenzy era sfuggito, se no partiva una risata fragorosa).
Quindi, si passa al secondo predestinato… le vacanze sono brevi, e non c’è tempo da perdere! Dopo cena, la Zenzy, l’amica del cuore e il ragazzo dell’amica del cuore, si mettono ad un tavolino a chiacchierarsela mentre dal tavolino vicino, Maurizio osserva i tre. L’amica lo invita a sedersi con loro, e la serata passa fra partite a carte e chiacchiere a raffica!
Immaginatevi la scena: la Zenzy che finalmente si gode le meritate ferie fra persone amiche, sotto il cielo stellato dell’appennino e Maurizio la invita a fare due passi. La Zenzy accetta.
Due passi e Maurizio (12 anni meno della Zenzy, come la Zenzy avrà modo di appurare) parte con un bacio. La Zenzy trema come una foglia, nemmeno lei sa il perchè. Maurizio le chiede se ha paura di lui, la Zenzy non lo sa. Altri due passi e si rientra. Maurizio saluta e va, la mattina dopo deve svegliarsi molto presto. Non è in vacanza come la Zenzy.
Il resto della serata la Zenzy lo trascorre chiacchierando con il ragazzo della sua amica del cuore, su una panca davanti alla casa presa in affitto. Mentre l’amica del cuore se ne va a nanna. Ovviamente il ragazzo dell’amica del cuore della Zenzy la sfotte a piè sospinto su tutto, se no, che amico sarebbe?
La Zenzy rimane per ultima sotto le stelle e poi si ritira a dormire. Arriva il giorno dopo, e la Zenzy si alza prima di tutti. Va alla porta e cosa trova? Infilati nella porta, una rosa e un biglietto, scritto con calligrafia elementare e anche sgrammaticata, in stampatello "MI SONO INAMORATO DI TE".
La Zenzy non realizza subito, resta davvero stupita! Si guarda intorno. Una cosa così non le era mai capitata!
E fu così che divennero lo scandalo del villaggio.
La Zenzy era giunonica, anche se allora era una ventina di chili di meno, ma Maurizio era un ragazzone. L’amica del cuore della Zenzy era terrorizzata a vederselo piombare in casa quando veniva a cercare la Zenzy, anche se la Zenzy cercava di tranquillizzare l’amica del cuore sostenendo che Maurizio era innocuo.
E qui non entrerò nei dettagli, per passare al racconto di cosa fece il Maurizio per la Zenzy.
La fine delle vacanze si avvicinava e Maurizio, saputo che la Zenzy amava ballare, decise di organizzare una festa danzante con un suo amico dj per salutarla.
La Zenzy si ritrovò così, una sera, in una cava adibita a pesca sportiva, con l’amico dj che metteva musica, UNICA persona che ballava, UNICA invitata con la sua amica del cuore e il ragazzo della sua amica del cuore, mentre il Maurizio piangeva come un disperato la sua partenza. Era allibita. La Zenzy ballò come una pazza da sola tutta la sera e non le riuscì di consolare un solo attimo il povero Maurizio.
La Zenzy tornò a trovare Maurizio un paio di volte, tempo dopo. Una volta finì quasi fuori strada sotto un temporale scrociante. Arrivata al paese, il Maurizio se ne era andato a Rimini con amici, e la Zenzy riuscì a prendere una stanza nell’albergo/trattoria del paese. Quando le diedero la chiave le dissero che le era vietato nel modo più assoluto fare entrare il Maurizio. Quella volta non lo vide.
Lo rivide un’ultima volta. Al lavoro le dissero: "C’è una riunione, vuoi partecipare?", la Zenzy chiese "Posso non venire?" e così partì. Passarono assieme tutta la notte a casa del Maurizio. Al mattino la Zenzy non sapeva che fare. Le sue allucinazioni erano fortissime. Una cosa però la ricorda bene: Maurizio che le accarezzava il collo, e il desiderio più forte della Zenzy era che con le sue forti mani glielo stringesse fino ad ammazzarla. Non era colpa del Maurizio, è la Zenzy che è fatta in modo strano. La Zenzy tornò a Milano, e non ritornò più dal Maurizio. Lui la chiamò molte volte. La Zenzy smise di rispondergli.